Raccontare Vanessa in poche parole non è facile, non solo per noi genitori ma anche per tutti coloro che l’hanno avuta vicino.
Aveva appena 18 anni quando le fu riscontrata la leucemia mieloide acuta, una malattia che è spesso già una condanna. Nonostante ciò, Vanessa affrontò tutto il suo duro percorso senza mai perdere la forza di combattere e di vivere. Si avvicinò alle persone che la circondavano, tenendole sempre stretta la mano, quali uniche vere ancore di salvezza. In modo speciale, si avvicinò alla Fede, tanto da chiedere di festeggiare i suoi 19 anni a Medjugorie.
Quel suo compleanno, così particolare, la rese ancora più forte e serena. Il suo sorriso era ancora più splendente e radioso, tanto da riuscire a trasmettere sempre serenità a tutti quelli che la circondavano.
Come può un genitore non provare tanta rabbia per un destino così crudele toccato al proprio figlio? In quel momento puoi perdere la Fede e non credere in nessun Dio. La nostra reazione non fermava Vanessa nel cercare di farci capire in tutti i modi che non serviva rabbia ma bisognava avvicinarsi alla Fede. Quando ci chiedeva di pregare tutti assieme io dicevo:
“Amore mio, non voglio farti star male, ma non posso avvicinarmi alla Fede. Io vorrei solo chiedere a Dio perché sta facendo questo, perché sta facendo soffrire una ragazza così dolce e buona. La trovo un’ingiustizia troppo grande…”.
Lei con il suo dolcissimo sorriso mi rispondeva:
“…Papà, non devi esser arrabbiato con Dio. La mia malattia, e quella di tante persone, non è colpa di Dio, lui potrà solo accoglierci. Quelli che mi hanno causato la malattia e vi fanno soffrire, siamo noi stessi. È la società in cui viviamo, l’inquinamento, i veleni che respiriamo e mangiamo. Dio può solo accoglierci…” .
Noi come genitori, ascoltando le sue parole di pace e di serenità, giorno dopo giorno, ci convincemmo che stavamo sbagliando. Riuscì a trasformare la nostra rabbia in amore verso gli altri e verso tutte quelle persone che in un modo o nell’altro soffrivano.
Ci insegnò che dovevamo aiutare tutti quelli che camminano in sentieri impervi e tortuosi della vita ed hanno solo bisogno di una mano tesa, che li afferri e li sostenga nelle difficoltà del momento.
Il percorso della sua malattia purtroppo non la portava a dei miglioramenti, tanto che a luglio 2013, durante il penultimo ciclo di chemioterapia chiamata “di mantenimento”, i medici le diagnosticarono un drastico aggravamento della situazione: si trattava di leucemia mieloide acuta recidiva con cellule blastiche. La malattia resisteva quindi alle terapie.
Questa terribile notizia fece crollare l’intero mondo sopra di noi genitori. Vanessa, invece, non perdeva la sua serenità ed il suo sorriso; fare qualcosa per gli altri era diventato ormai l’unico, incessante obiettivo della sua vita.
A questo punto, l’unica speranza – seppur minima – di guarigione era il trapianto, e quindi trovare un donare compatibile.
Il 28 ottobre 2013 Vanessa rientrò in ospedale. La situazione, purtroppo, era oramai così gravemente compromessa che il 17 dicembre 2013 Vanessa ci lasciò.
Il nostro Angelo se n’è andato, ma con serenità e con il suo dolce sorriso. Noi sentiamo fermamente che Lei ci protegge da lassù, guarda tutti noi genitori di figli più sfortunati di altri e ci sorregge, ci invita a non demordere, a non desistere, a lottare per ciò che ci è più caro, anche quando il nostro avversario sembra invincibile.